NON BISOGNA AVERE PAURA
25Aprile/ COVID-19
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Dopo un primo momento di grande spaesamento cresce, come convinzione collettiva, che qualcosa può veramente cambiare, che qualcosa si può veramente fare e non bisogna farsi trarre in inganno o scoraggiare da chi ci dice che il traguardo è inarrivabile, che le cose sono più grandi di noi.
Non bisogna dimenticare che i traguardi sono punti di arrivo e come tali sono preceduti da tanti piccoli passaggi. Bisogna allora puntare a quelli, concentrarsi su quelle azioni del nostro quotidiano che possono produrre cambiamento, riferirsi al nostro circondario, al nostro ambiente lavorativo, familiare, amicale, intervenire dove il nostro piccolo raggio di azione può produrre positività.
A volte siamo scoraggiati dalle notizie che ci arrivano da ogni parte del mondo, che ci fanno rabbia, che ci fanno sentire impotenti, che limano ed appiattiscono quegli slanci, anche solo mentali, che con fatica cerchiamo di costruire giorno per giorno, che cerchiamo di organizzare, condividere, nel tentativo di portare a frutto un’altra giornata vissuta. Ogni giorno ci sono avvenimenti, pensieri, azioni che ci deviano dai nostri buoni propositi, che ci portano per vie laterali, minori, che ci allontanano dalla via maestra. Paradossalmente è in quelle vie laterali che si lavora meglio, che si trova il terreno fertile, nei controviali del mondo si possono incontrare persone che si ritrovano a pensare con una velocità diversa.
Bisogna fare autocritica
Ci governiamo a mezzo di una classe dirigente dalla quale non ci sentiamo rappresentati ma, contemporaneamente, snobbiamo qualsiasi coinvolgimento nella vita politica, e più la snobbiamo e meno ci sentiamo rappresentati. Ma allora mi si potrà dire che credo ancora nella politica?! Sicuramente credo che l’organizzazione e l’amministrazione dello stato e della vita pubblica (che è la definizione etimologica di politica) attenga al cittadino e sia un suo dovere promuoverla e attuarla. Se poi per farlo non ci sia più bisogno di un establishment questo sinceramente non lo so. Mi risulta comunque difficile immaginare, per formazione o età, una società completamente apolitica.
Bisogna essere coraggiosi
Spesso sentiamo dire che un nuovo modello economico non sia possibile perché il mondo ormai viaggia a una velocità tale che qualsiasi cambiamento di rotta sarebbe disastroso e che potrebbe avere ricadute su questo o su quello. Personalmente penso che questa quarantena ci abbia insegnato più di quanto quel mondo che corre abbia fatto finora. Nulla è impossibile, bisogna cominciare a pensare e agire in maniera differente. I modelli economici e culturali arriveranno e si plasmeranno sulle nostre nuove sollecitazioni ed esigenze. Bisogna pensare differentemente e direzionarsi alla ricerca della felicità, con il principio che la nostra felicità è incompleta e inutile senza quella degli altri. Bisogna rischiare, rimetterci qualcosa, ognuno ha la propria parte da fare.
Se da questa esperienza dovessi scegliere una cosa da portare e una da lasciare, insieme a un uso consapevole della tecnologia, che ha del tutto azzerato le paure dello screen time, con me porterei sicuramente il tempo del pensiero che, lontano dai ritmi quotidiani, ho ritrovato. Lascerei dietro di me il silenzio, le discussioni senza il rumore d’ambiente, le risate senza l’audio, i vocii, tutte vittime dell’ordinato ed educato uso del microfono.
Benché non sia del tutto consapevole della direzione intrapresa, sono molto fiducioso sul nostro futuro (insieme), e per questo gelosamente difendo una mia certezza incrollabile: la felicità è dentro di noi ma sopratutto tra di noi.
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